mercoledì 18 maggio 2011

Ophelia.

In un lungo abito rosso e in mano un fiore,
volevo che qualcuno mi salvasse da me stessa e dall'amore.

Ero sola,
e un cappio di seta mi stringeva la gola.

Sono caduta in profondità nelle oscure acque,
dove una ninfa un tempo nacque.

Goccia dopo goccia, ho lasciato che il veleno corrodesse il mio sangue,
cosicchè lasciasse solo il mio corpo esangue.

Ho lasciato che l'onda s'infrangesse sul mio corpo,
e ho rivisto i tuoi occhi, neri come le piume di un corvo.

Vecchie lettere, vecchie foto di com'ero,
petali rossi imbevuti di nero.

Ardenti abbracci ormai freddi,
baci e sorrisi ormai spenti.

Il mio abito rosso sull'acqua a formare un fiore,
lacrime nere, una mano sul cuore.

Addio madre, addio padre,
in me la fuoco della vita non potrà mai più ardere.

Afrodite, dee dell'amore e della bellezza,
come Ophelia io annego, e gli anni non sfioreranno mai la mia ormai eterna giovinezza.


Affy Améthyste J. Howl






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