domenica 12 giugno 2011

another opheliac ending

Un bagliore cupo dall'interno striscia fuori e mi avvolge sinuoso,
come fu il serpente che tentò i padri.
Artigli invisibili che graffiano e mi lacerano il cuore.
Mi metto a correre in preda alla confusione, qualcosa mi attira a sè.
Mi fermo senza fiato vicino ad un albero, in riva al lago.
Il mio cuore sanguina e mi fa urlare di dolore, cado in ginocchio sull'erba,
immergo le mani nell'acqua gelida e mi bagno il viso.
Come se l'acqua potesse lavare via tutti i miei dispiaceri, il mio dolore, tutti i miei peccati.
Vedo il mio riflesso. Una me, identica e inquietante, sorride mentre io piango.
Alza una mano, come se volesse accarezzarmi la guancia e asciugare le mie lacrime.
Chiudo gli occhi e mi lascio andare a questo assurdo conforto.
Mi accarezza, e il mio cuore sussulta.
Spalanco gli occhi terrorizzata e inizio ad indietreggiare,
ma la sua mano, fatta di acqua gelida e trasparente, mi afferra il polso, e nel lago mi fa sprofondare.
Lotto invano per risalire in superficie, ma quella mano ormai invisibile mi trascina.
Mi lascio andare, ormai colma di rassegnato orrore.
Sento una voce urlare di dolore,
una che canta una vecchia canzone,
e un'altra ancora che sussurra il mio nome.
L'acqua mi avvolge in un umido sudario e assaporo l'amaro avvicinarsi della fine.
E vedo rose piovere dal cielo e sprofondare, accompagnandomi nel mio viaggio verso il buio.
Le dolci ninfe, destatesi dal loro profondo sonno, mi aspettano a braccia aperte.
Il cielo, con la sua fitta pioggia, mi regala l'ultimo addio di un mondo che non rivedrò mai più.
L'acqua mi stringe nel suo gelido abbraccio. Chiudo gli occhi, e la morte mi da il suo benvenuto.

Affy J. Howl


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